Quali sono e per cosa si differenziano

Quando si parla di abrasivi, ci si riferisce a sostanze che possono essere naturali o create artificialmente, che si utilizzano nelle lavorazioni principalmente meccaniche. 

Gli abrasivi non sono di certo una scoperta recente se, come è noto, le testimonianze di utilizzo di materiali abrasivi nei più svariati campi è testimoniato nella storia in diversi luoghi e tempi lontani. Ecco ad esempio, infatti, i giacimenti di pietra pomice delle Isole Eolie, di origine antichissima, o quelli di smeriglio presenti a Naxos.

Principalmente le caratteristiche che classificano gli abrasivi sono 2: se sono o meno di origine naturale, e la loro durezza.

Per quanto riguarda la differenziazione tra abrasivi naturali e abrasivi artificiali, possiamo dire che i più noti abrasivi appartenenti alla categoria di quelli che si trovano in natura sono: la pomice, la silice, il quarzo, lo smeriglio, il granato e il cordindone.

Mentre tra quelli sintetizzati troviamo: il cromo, il carburo di silicio, il vetro e gli ossidi di alluminio.

Per misurare il grado di durezza di un abrasivo esistono vari metodi, da quello più conosciuto detto scala di Mohs, che consiste nel classificare un abrasivo in una scala prima o dopo di un altro, in base al fatto che questo riesca o meno a scalfire il minerale precedente. Tuttavia affiancata a questa vi sono altre scale che consentono di dare un valore di durezza agli abrasivi.